Il Ministro Balduzzi chiede alla Commissione Europea la sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi Mais Mon 810 nel territorio italiano e nel resto dell’Unione europea “Il Ministero della salute ha dato seguito alla nostra richiesta e al dossier predisposto dal Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA)” – questo il commento del Ministro Catania, diffuso dall’ufficio stampa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF).
Infatti nella nota del Ministero della Salute si legge che dallo studio condotto dal CRA emergono gravi preoccupazioni per le implicazioni inerenti alla coltivazione del Mais Mon 810. Si chiede quindi alla Direzione Generale per la salute e i consumatori della Commissione Europea, la necessità di effettuare una nuova valutazione sul rischio ambientale delle piante geneticamente modificate, sulla base delle linee guida adottate dall’Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) nel 2010.
Il Mais Mon 810 è oggetto di discussione già dal 2010 quando esponenti di istituzioni e organizzazioni di agricoltori intervenivano in Friuli per mettere in sicurezza le parti superiori delle piante di mais OGM, evitando la diffusione del polline. Tali atti procuravano, per alcuni attivisti di Greenpeace, un decreto di condanna penale di oltre 86 mila euro. Per tale provvedimento, il 19 Marzo dello scorso anno, l’On. Susanna Cenni produceva una’interrogazione parlamentare  rivolta al Ministro della Giustizia e delle Politiche Agricole.
Il 22 marzo 2013 pervenivano le motivazioni della sentenza n. 11148 con la quale,  la Terza sezione Penale della Cassazione, considerava legittimo il sequestro preventivo del mais confermando l’illegalità delle coltivazioni perché sprovviste del vaglio regionale conseguente alle apposite autorizzazioni ministeriali previste dalla normativa Italiana.
Allora la nostra newsletter si era occupata della notizia riportando anche l’unica voce fuori dal coro, quella del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera affermava che molti degli alimenti italiani tipici sono ottenuti grazie all’ingegneria genetica.
Ad un anno di distanza quali le evoluzioni?
“Quando parliamo della possibilità di coltivare OGM in Italia dobbiamo tenere presente che l’opinione pubblica, i consumatori e le stesse rappresentanze agricole hanno espresso una posizione negativa sulla questione. Abbiamo il dovere di essere rigorosi a tutela dei consumatori e degli agricoltori Italiani. Prendo atto con grande soddisfazione del mutato atteggiamento del Ministro dell’Ambiente, Clini. Questo consentirà di proseguire con maggiore forza nella direzione che era già stata intrapresa, collaborando con tutte le istituzioni e le rappresentanze, allo scopo di salvaguardare l’identità e la ricchezza che sono alla base dell’agroalimentare italiano” – con queste parole il Ministro Catania prosegue nel comunicato stampa sopra richiamato.
L’Onorevole Cenni, con una mozione parlamentare alcuni giorni addietro ha chiesto al Governo di impegnarsi “ad adottare la clausola di salvaguardia, di cui all’articolo 25 del decreto legislativo n. 224 del 2003, di recepimento della direttiva n. 2001/18/CE, al fine di evitare ogni forma di coltivazione in Italia di Ogm autorizzati a livello europeo e di tutelare la sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano; e prevedere, in relazione alla stagione delle semine avviata in gran parte del Paese, l’incremento delle attività di controllo per potenziare, d’intesa con le Regioni, la sorveglianza sui prodotti sementieri in corso di distribuzione ed intervenire in presenza di sementi transgeniche non autorizzate”
L’istanza prodotta dal Ministero della Salute, i termini usati dal Ministro dell’Agricoltura e l’ennesima mozione parlamentare prodotta dall’Onorevole Cenni, segnano il percorso seguito e la futura direzione dell’Italia in materia di OGM.
 A cura di Elena Franci