Praticamente ogni cosa che ci circonda ha bisogno di energia per funzionare e per rendere disponibile tale energia vengono consumate grosse quantità di combustibili fossili, provocando l’emissione in atmosfera di gas ad effetto serra. La produzione di energia elettrica e di calore comporta l’emissione di 185,1 milioni di tonnellate di CO2 all’anno corrispondenti a circa il 47% delle emissioni totali.
Partiamo dalla nostra casa con i consigli del Movimento Difesa del Cittadino nell’ambito del progetto europeo Ecolife , campagna di comunicazione sugli stili di vita sostenibili coordinata da Legambiente e cofinanziata dalla Commissione Ue. MDC è stata infatti ospite di Radio Latte e Miele nell’ambito della campagna lanciata in occasione della Giornata europea per i consumatore #Ecolife, il consumatore sostenibile. 
Ecco i consigli di cui si è parlato i trasmissione. 
 
Installare pannelli solari termici
Il modo più semplice ed efficiente di sfruttare la radiazione solare per fini energetici è la produzione di calore con impianti solari termici. Semplificando, si tratta di semplici superfici captanti che trasferiscono calore ad un fluido termovettore. Si può in questo modo ‘generare’ calore per la produzione di acqua calda, riscaldamento o anche per processi industriali funzionanti
a temperatura medio-bassa. L’uso tipico dei pannelli solari termici rimane comunque la produzione di ACS (acqua calda sanitaria) ed è particolarmente favorevole in zone dal clima temperato e ben soleggiate come l’Italia.
La quantità di calore prodotta dipende, ovviamente, dalle condizioni climatiche e di esposizione della zona in cui si installa l’impianto ma anche dalle scelte progettuali e dalla frazione di fabbisogno termico che si vuole coprire. Con un impianto ben dimensionato si può ottenere un rendimento di impianto anche del 50-60% e si riesce usualmente a coprire circa il 60% del fabbisogno di ACS. Per i fabbisogni di una famiglia di 3 persone generalmente è sufficiente installare un pannello tra i 2 e i 2,5 m2, evitando l’emissione di circa 150 kg/anno di CO2 se si possiede una caldaia a gas e 160 per una a gasolio. Per effettuare il calcolo si è ipotizzata una temperatura dell’acqua di rete di 15°C, che l’acqua venga scaldata a 50°C, di fornire con il ST il 60% dell’ACS, che il rendimento della caldaia di integrazione sia 0,8 e che un kWh termico porti alla produzione di 0,202 kg di CO2 per il gas naturale e 0,267 kg per il gasolio (dati IPCC).
Il costo medio di un impianto solare termico di piccole dimensioni è di circa 700 €/m2; l’impianto per l’ACS di una famiglia di 3 persone costa quindi 1.500 € ed ha una durata superiore ai 25 anni. Con le stesse ipotesi del paragrafo precedente e distribuendo la spesa di realizzazione su 25 anni si può quindi avere un risparmio di 109 €/anno rispetto ad un impianto con caldaia a gas e di 137 €/anno rispetto al gasolio (considerando sempre il costo medio dei carburanti secondo il Ministero dello Sviluppo Economico).
Risparmio stimato in un anno: circa 110 euro / 150 Kg CO2 equivalenti
Installare un impianto fotovoltaico sul tetto
I consumi domestici di elettricità e calore in Italia causano l’emissione di circa 78 milioni di tonnellate di CO2 all’anno corrispondenti a 1278 kg procapite.
Le politiche energetiche attuate negli ultimi anni in Italia hanno potato ad una grande diffusione degli impianti fotovoltaici, alla creazione di una rete capillare di distributori di componenti ed impiantisti qualificati e, corrispondentemente, ad una progressiva riduzione dei costi di impianto.
L’installazione di pannelli complanari ai tetti non comporta problemi di sfruttamento del terreno o estetici ed anzi in taluni casi può essere felicemente integrato nelle strutture architettoniche (come nel caso dei pannelli vetro-vetro).
La producibilità degli impianti è fortemente influenzata dalla loro posizione geografica: si va dai 1150 kWh/anno prodotti per ogni kW installato di molte regioni del nord fino ai 1492 della Sicilia. La media italiana è di 1312 kWh/kW. Il database di
Ecoinvent quantifica in circa 0,717 kg la produzione di CO2 equivalente per ogni kWh di energia elettrica. In Italia si può quindi ottenere mediamente una mancata emissione di 941 kg/(kW*anno)
di CO2. Il costo di piccoli impianti (da 1 a 10 kW) chiavi in mano è di circa 1600 €/kW. Da metà del 2013 non è più possibile accedere ad incentivi del tipo Conto Energia ma per l’anno 2014 la legge finanziaria prevede la detrazione fiscale del 55%.
Considerando la producibilità media, un utente privato paga l’energia circa 0,2 €/kWh e nell’ipotesi che riesca ad auto-consumare tutta l’energia elettrica prodotta dall’impianto, si avrebbe un beneficio di 262 €/(kW*anno). L’investimento così si ripagherebbe in circa 3 anni.
Se invece ipotizziamo che si riesca ad auto-consumare solo metà dell’energia prodotta ed il resto venga immesso in rete e remunerato al prezzo minimo garantito (circa 10€/kWh), il beneficio economico sarebbe di 196,5 €/(kW*anno). L’investimento si ripagherebbe così in circa 3 anni e mezzo.
Risparmio stimato in un anno: circa 590 euro / 2820 Kg CO2 equivalenti
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