Dai dati del Sistema di Sorveglianza Passi 2009-2012 (Epicentro portale del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute), il 33% degli intervistati di 18-69 anni può essere classificato come attivo (cioè effettua un lavoro pesante oppure 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana, oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni), il 36% come parzialmente attivo (non svolge un lavoro pesante ma fa qualche attività fisica nel tempo libero, senza però raggiungere i livelli raccomandati) e il 31% come sedentario (non fa un lavoro pesante e non pratica attività fisica nel tempo libero).

E, secondo l’indagine Hbsc (studio internazionale finalizzato ad analizzare i fattori che possono influire sulla salute degli adolescenti, in collaborazione con l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e a cui l’Italia ha aderito a partire dal 2000), condotta su tre diverse fasce di età (11, 13 e 15 anni), solo un terzo dei ragazzi segue le linee guida.

Le femmine sono meno attive dei loro coetanei maschi e la pratica diminuisce con il progredire dell’età: i quindicenni svolgono infatti meno attività fisica (47% dei maschi e 27% delle femmine) rispetto ai tredicenni (51% dei maschi e 34% delle femmine). Sport e movimento, specie all’aperto, sono stati progressivamente sostituiti da ore trascorse di fronte allo schermo di un computer o di un televisore, con una riduzione della spesa energetica quotidiana di circa 600 chilocalorie rispetto ai bambini e agli adolescenti di cinquant’anni fa. E, come se non bastasse, con la fine del percorso scolastico più della metà delle giovani perde l’occasione di fare un po’ di esercizio durante le ore di attività fisica a scuola e diventa sedentaria.

A questo punto, si può parlare di sedentarietà di genere?
Conferme arrivano anche dal progetto Cuore, curato dall’Istituto Superiore di Sanità: in Italia il 34% degli uomini e il 46% delle donne tra 35 e 74 anni non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero. Una differenza significativa che vede il sesso femminile in una posizione sfavorevole, anche all’aumentare dell’età. La forbice con gli uomini, infatti, si dilata ulteriormente nella popolazione ultra65enne, dove più della metà (51%) delle donne anziane non fa moto durante il tempo libero. Peraltro, proprio in un periodo della vita in cui fare movimento potrebbe portare giovamento e ridurre gli “effetti collaterali” della menopausa: sempre secondo i dati del progetto Cuore, sono quasi la metà (48%) le donne in menopausa che non svolgono alcuna attività fisica durante il tempo libero.

Eppure (U.S.Department of Health and Human Services (2008): Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report, pagina 9),sappiamo bene che l’attività fisica praticata regolarmente induce numerosi benefici per la salute, aumenta il benessere psicologico e svolge un ruolo di primaria importanza nella prevenzione della malattie cronico degenerative…

Per approfondire l’argomento, è consigliata la lettura on line a questo indirizzo :
http://www.azioniquotidiane.info/articoli/stili-di-vita-vita-attiva-e-sport-evidenze-scientifiche/attivit-fisica-in-rosa-fatti-e#sthash.qt5tay7W.dpuf
Effetti della sedentarietà
Le più recenti stime (Moore SC, Patel AV, Matthews CE, Berrington de Gonzalez A, Park Y, et al. (2012) Leisure Time Physical Activity of Moderate to Vigorous Intensity and Mortality: A Large Pooled Cohort Analysis. PLoS Med 9 (11), Novembre 2012)indicano che in Italia la sedentarietà è causa di:
· 9% delle malattie cardio-vascolari
· 11% del diabete di tipo II
· 16% dei casi di cancro al seno
· 16% dei casi di cancro al colon
· 15% dei casi di morte prematura

In media chi è attivo e normopeso vive circa 7 anni più a lungo rispetto ai sedentari obesi. Tuttavia chi è normopeso e sedentario abbrevia la sua vita di circa 3 anni rispetto a chi è attivo ma obeso US Department of Health and Human Services. Objectives 22-2 and 22-3. In: Healthy people 2010, Washington, DC; 2000.

Livello raccomandato di attività fisica
Dal momento che non sembra esistere una precisa soglia al di sotto la quale l’attività fisica non produce effetti positivi per la salute, resta molto importante il passaggio dalla sedentarietà a un livello di attività anche inferiore ai livelli indicati dalle linee guida.

Questi citati qui sotto sono i livelli raccomandati da linee guida italiane e straniere:
· bambini e ragazzi (5–17 anni): almeno 60 minuti al giorno di attività moderata-vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive
· adulti (18–64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa, con esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana
· anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute.

Chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni, dovrebbe fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.
GABRIELLA MORASSO MDC GENOVA