Lo scorso 4 Marzo sono state pubblicate le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in merito all’assunzione giornaliera di zucchero per bambini e adulti. L’agenzia speciale dell’ONU afferma che una forte limitazione del consumo dei monosaccaridi e dei disaccaridi potrà non solo contrastare la diffusione dell’obesità, ma anche scongiurare l’insorgenza delle cosiddette malattie “non trasmissibili”, come il diabete, le cardiopatie o il cancro, e permetterà di ridurre del 25% le morti premature dovute a queste patologie: tali obiettivi fanno parte del “Piano d’azione globale per le malattie non trasmissibili 2013-2020”.
Le dosi. Come già raccomandato nel 2003, la dose da non superare (per un adulto che ingerisce 2000 calorie) è quella di 50 grammi al giorno, circa 12 cucchiaini, pari al 10% del fabbisogno energetico giornaliero. Gli esperti dell’OMS, inoltre, ritengono che sia necessario dimezzare le quantità di zucchero, fino a raggiungere i 25 grammi al giorno, anche se ancora non è stato dimostrato scientificamente come questa ulteriore riduzione possa incidere sull’obesità o sulla carie.
Polemiche. Le dichiarazioni dell’OMS fanno già discutere, per ragioni sia culturali che economiche. In Italia, come riportato da Il Sole 24 Ore del 19 Febbraio scorso, il Ministero della Salute ha già comunicato la sua contrarietà alla demonizzazione di un singolo nutriente, sostenendo che l’obesità dipende da una dieta non bilanciata, unita ad uno stile di vita sedentario. In altre parole, la riduzione degli zuccheri deve essere ottenuta con attività di educazione alimentare, associata a una costante attività fisica.
A cura di Claudia Giammaria