Tutti i media hanno riportato la notizia dell’arresto di 12 pediatri, fra Toscana e Liguria, accusati di aver ricevuto incentivi economici in cambio di prescrizioni di formula artificiale, e di 5 dipendenti di note aziende di baby food, accusati di avere offerto ai professionisti tali benefit, sotto forma di viaggi e oggetti di lusso.
Ciò che sembra essere fondamentalmente imputato agli indagati è il “danno biologico” ai piccoli ai quali è stato impedito di essere allattati, attraverso prescrizioni inappropriate di formula artificiale pilotate da biechi interessi economici.
Gli stessi investigatori inoltre affermano di aver aperto uno “spaccato” su uno scenario alquanto più vasto.
Questa indagine rivela all’opinione pubblica l’esistenza di un clima che pervade gli ambienti sanitari – dagli ospedali agli ambulatori – ancora sfavorevole all’allattamento, e di gravissimi conflitti di interesse che pregiudicano la fiducia dei cittadini verso i professionisti che hanno in carico la salute dei loro figli.
IBFAN Italia non può entrare nel merito della fondatezza di tali accuse, né valutare quanto, in Italia, sia diffusa questa prassi che, ricordiamo, era stata scoperta anche in Abruzzo qualche mese fa, portando all’arresto di un primario.
IBFAN Italia raccoglie le violazioni al Codice e anche alla legge 82, che riguardano anche e particolarmente il mondo della sanità: tali segnalazioni ci pervengono continuamente, e riguardano non soltanto le lettere di dimissione con prescrizioni generalizzate di formula artificiale (a volte date anche su fogli a parte, oppure a voce in modo da aggirare la legge), ma anche violazioni che avvengono nei consultori o negli ambulatori pediatrici, ovvero donazioni di campioni di formule di proseguimento e di crescita (ma anche iniziali). Puntualmente, riportiamo le segnalazioni nelle nostre pubblicazioni che inoltriamo al Tavolo Tecnico sull’Allattamento del Ministero della Salute.
Resta il dato di fatto sotto gli occhi di tutti: solo un bambino su tre in Italia è allattato secondo le indicazioni della scienza e dell’OMS! È triste osservare che questo semplice ed eloquente dato statistico sembra aver attirato l’attenzione, fra tutti quelli che potevano esserne interessati, solo dei Carabinieri dei NAS e della Magistratura.
Mentre aspettiamo che venga fatta chiarezza e che la giustizia faccia il suo corso, invitiamo operatori sanitari e genitori a continuare a segnalarci le violazioni del Codice e, nei casi in cui anche la legge italiana venga violata, a sporgere denuncia ai NAS. Soprattutto, però, invitiamo i primari ospedalieri a far rispettare la legge nelle proprie strutture, e tutti gli operatori sanitari e le Società Scientifiche che li rappresentano ad operare in maggiore trasparenza, dichiarando apertamente eventuali contributi ricevuti dalle aziende che producono o commercializzano sostituti del latte materno, biberon e tettarelle.
Le mamme devono essere libere di scegliere se allattare o meno. Tuttavia, oggi, in Italia non possiamo dire che questa scelta sia libera, dal momento che la maggior parte delle donne continua a ricevere una assistenza sanitaria non conforme alle linee guida sull’allattamento del Ministero della Salute, e soprattutto continuano a subire pressioni di tipo commerciale che minano la loro autostima, la loro fiducia nell’allattamento e fanno apparire più facile, normale e sicuro l’uso di formule artificiali. E questo in barba alle evidenze scientifiche che da anni mostrano come i bambini non allattati siano più soggetti a mortalità per SIDS e a malattie acute e croniche, con danni prima di tutto per loro stessi e per le loro famiglie, ma anche per i sistemi sanitari e sociali.
Sul sito Ibfan un esempio di  LETTERA DI DIMISSIONE RICEVUTA DALLA MAMMA DI UN BAMBINO ALLATTATO AL SENO IN UN GRANDE OSPEDALE DI ROMA (2014)