“Dopo l’ordinanza della Corte di Giustizia Europea, che ha interpretato la procedura nazionale di autorizzazione all’impiego di varietà Ogm non conforme all’ordinamento Ue, nulla cambia perché si applica comunque la legge sulla coesistenza tra le forme di agricoltura transgenica, convenzionale e biologica (legge 5 del 2005)”. E’ quanto afferma la Task Force per un’Italia libera da Ogm a seguito dell’ordinanza della Corte secondo cui la messa in coltura di varietà Ogm autorizzate dall’UE non può essere sottoposta a procedure nazionali, come era avvenuto in Friuli per il caso Fidenato.
In questo contesto la Task Force sottolinea la necessità di “chiudere definitivamente una questione sulla quale cittadini, agricoltori, rappresentanze economiche e sociali, Regioni ed il Parlamento si sono espressi già tantissime volte” e quindi completare subito la procedura di adozione della clausola di salvaguardia. L’urgenza è stata sottolineata anche dall’approvazione, la scorsa settimana, da pare del Senato della mozione che impegna il Governo ad adottare la clausola di salvaguardia e a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e biologica e, in caso di OGM, in ambiente confinato di laboratorio.
“È davvero un segnale estremamente positivo che tutti i gruppi del Senato abbiano aprovato convergenza su un tema importante come quello degli Organismi geneticamente modificati – aveva commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo – Per questo mi sono impegnata per fare in modo che tutte le posizioni convergessero in un unico Ordine del giorno. Con la condivisione e la volontà sulle cose concrete è possibile raggiungere un punto di accordo. Quella geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Paese, perché noi vinciamo solo puntando sulla qualità, la tipicità e sulla valorizzazione della nostra cultura.