Roma, 29.01.2009 – Assistito dallo Studio Legale Associato Giovanni Pellegrino, il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) ha presentato ricorso al Tar Lazio contro la direttiva Sacconi, che impone a Regioni e ASL di non permettere la sospensione della nutrizione forzata, sostituendosi così a Parlamento e Magistratura.
“Abbiamo voluto presentare questo ricorso – ha spiegato Antonio Longo, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) introducendo la conferenza stampa – perché riteniamo che l’atto del Ministro violi sotto diversi profili giuridici sia il diritto dei cittadini di decidere liberamente se sottoporsi o meno a trattamenti medici, sia il diritto delle Regioni di legiferare nella materia di propria competenza ai sensi della riforma del Titolo V della Costituzione”. “Nel caso Englaro – continua Longo – c’è stata una sentenza, passata in giudicato, che ha ricostruito la volontà di una cittadina che va rispettata. Così pure andava rispettata l’autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia di mettere a disposizione una struttura sanitaria per l’adempimento di questa volontà. L’atto di Sacconi schiaccia la volontà di una cittadina e l’autonomia di una Regione, rifacendosi peraltro a un parere del Comitato Nazionale per la Bioetica che viene citato in maniera incompleta e tendenziosa, piegandolo a concezioni ideologiche che meritano rispetto, ma non possono essere trasformate in atto di governo. Con il ricorso MDC intende ripristinare la libertà di scelta dei cittadini in atti fondamentali della vita di ciascuno e la libertà costituzionale delle Regioni, come viene riconosciuta dalla Costituzione”.
Secondo l’avvocato Gianluigi Pellegrino, che ha depositato il ricorso 10 giorni fa, “la direttiva è illegittima, perché crea una discriminazione tra i cittadini capaci di intendere e di volere, che in ogni momento possono rifiutare qualsiasi terapia, come recita la Costituzione, e quelli che sono in uno stato di incapacità. A loro si dice che le volontà espresse prima non hanno alcun valore, e che devono subire ogni tipo di ingerenza sul proprio corpo”. Il presidente lombardo Roberto Formigoni – ha detto Pellegrino nel cosrso della conferenza – sta violando l’articolo 388 del Codice penale (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice) non eseguendo la sentenza del Tar della Lombardia che dispone di indicare una struttura dove eseguire il decreto della Corte d’Appello di Milano che prevede lo stop all’alimentazione e la nutrizione artificiale per Eluana Englaro. La legge stabilisce che tutti, e soprattutto gli amministratori, siano vincolati a rispettare le sentenze. Si può essere più o meno solerti nel farlo. Ma non si può dichiarare di non volerne tenere conto”.
Antonio Longo ha illustrato anche la testimonianza di Gabriella Gazzea Vesce, vedova di Emilio Vesce, giornalista e deputato radicale, che è rimasta un anno e mezzo accanto al corpo del marito in stato vegetativo permanente: “Dalla morte di Emilio ho scritto le mie volontà. Un foglietto che faccio sempre allegare al consenso informato se vengo ricoverata per piccoli interventi operatori: Ai medici che dovessero avermi in cura – Se dovessi rimanere in Stato Vegetativo Persistente, desidero vengano rispettati gli artt. 14 – 32 -34 del Codice di Deontologia dei medici, rifiuto l’alimentazione e l’idratazione forzata, desidero donare gli organi. I miei figli e il mio medico di famiglia sono garanti che vengano rispettate queste mie volontà. Se una persona desidera invece, rimanere in Stato Vegetativo Permanente per tutta la sua vita, essere alimentata forzatamente, pulita, accudita da mani altrui e macchinari , deve semplicemente scriverlo nel suo Testamento Biologico”.
Il ricorso al Tar laziale è stato appoggiato sia da Mina Welby, vedova di Piero Welby, in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni, che ha richiamato “l’articolo 32 della Costituzione e l’articolo 3 della Carta dei Diritti dell’Unione Europea, che sanciscono l’autodeterminazione del cittadino. Principi che dovrebbero essere iscritti nel Dna dei politici, che invece fanno il gioco delle tre carte”, sia da alcuni deputati del Pd.
“Condivido questa battaglia da sempre – ha detto l’On. Lucia Codurelli (PD) – L’atto di indirizzo di Sacconi è un atto ricattatorio, improprio. Dunque benvenga un atto fatto da un movimento a difesa del cittadino che si differenzia in questo momento rispetto al Codacons che ha tenuto una posizione decisamente brutta, dalla parte del Governo, rispetto a questo tema. Io credo che l’iniziativa fatta da MDC sia fondamentale in un momento come questo in cui si sta discutendo la legge sul testamento biologico. Sappiamo che il testo depositato dalla maggioranza non promette assolutamente bene; se dovesse venire approvata peggiorerebbe la situazione attuale. Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale: il legislatore non accoglie quello che c’è nel Paese, ma impone qualcosa di diverso. Tutti i sondaggi ci dicono le la stragrande maggioranza dei cittadini oggi concorda con la sentenza della Cassazione. Vuol dire che il distacco totale della politica viene confermato anche in questo”.
<DOC:1009|_blank>Scarica le dichiarazioni in pdf
<DOC:1010|_blank>Scarica la sintesi del ricorso in pdf
<DOC:1011|_blank>Scarica la testimonianza di Gabriella Vesce in pdf