Non ne parla nessuno, ma la contaminazione da epatite A nei frutti di bosco surgelati sta assumendo dimensioni enormi. Eppure la risonanza mediatica non è quella della carne di cavallo nei preparati di carne. Vi proponiamo il punto della situazione a cura de Il Fatto Alimentare.it:
Lo abbiamo già scritto ma lo ripetiamo, ogni giorno due persone vengono colpite dal virus  dell’epatite A perchè mangiano frutti di bosco surgelati comprati al supermercato. Nessuno dice che migliaia di confezioni di frutti di bosco surgelati contaminate sono nel freezer di ignari consumatori e forse sono utilizzate in circuiti professionali.  Da troppo tempo è in corso in Italia una grave epidemia di epatite A ormai sembra fuori controllo. Nei primi sei mesi di quest’anno secondo Epicentro le persone colpite sono state 471, mentre l’anno scorso nello stesso periodo erano 123.  Si tratta di oltre 300 individui colpiti dal virus dell’epatite A per avere mangiato frutti di bosco surgelati. Purtroppo il numero è destinato ad aumentare come sanno tutti gli addetti ai lavori, lo scrive il Ministero della salute.
Che fare?  Il Fatto Alimentare ha chiesto ad Asiago food, Green Ice  e Erica, le tre  aziende che hanno richiamato i frutti di bosco surgelati, di diffondere  sui loro siti l’elenco dei prodotti alimentare contaminati e ritirati e i nomi dei punti vendita.  Le prime due aziende  assicurano di avere fatto rispettivamente 30 e 150 analisi sui lotti incriminati senza trovare  traccia di virus dell’epatite A (questo però non li giustifica dal comunicare ai consumatori  i nomi dei punti vendita che hanno distribuito le confezioni). La terza azienda coinvolta Erica, non ci ha mandato la foto del prodotto allertato, e sostiene di avere fatto tutti i controlli e non avendo trovato virus dell’epatite A dice di commercializzare tranquillamente all’estero i frutti di bosco.
Abbiamo rivolto un analogo appello alle catene di supermercati e alcune ci hanno risposto (1) e questo può essere utile per capire chi ha venduto i lotti.
Esselunga, Il Gigante, Lidl, Conad e Iper, La grande i, hanno detto di non avere distribuito i prodotti.
Il servizio qualità Simply  ha detto che il prodotto Misto Bosco 4 frutti di bosco in confezione  da 300 g dell’azienda Green Ice lotto L13079 scadenza 02/2015 è stato distribuito solo dai negozi Simply di Roma , Tutti i lotti sono stati ritirati e  la clientela è stata avvisata tramite un cartello. In via cautelativa Simply ha ritirato anche le altre confezioni della ditta Gren Ice. La stessa cosa è stata fatta per i prodotti dell’Asiago food anche se nei punti vendita non avevano i lotti segnalati.
Auchan segnala che le confezioni Misto Bosco surgelato Bosco buono g 450 – lotto L13015 scadenza 12/2014 dell’azienda Green Ice sono state distribuite dal deposito di Roma Palomba e  hanno un codice ean  8000003001006 , senza specificare  in che punti vendita sono arrivati. Anche Auchan ha seguito lo schema di  SMA  ritirando  le altre referenze della stessa azienda per cautela e messo un cartello.
Coop  ha scritto dicendo che il lotto di frutti di bosco  Green Ice era venduto solo in Trentino, mentre i frutti di bosco Asiago Food  erano distribuiti a livello nazionale e che entrambi i lotti sono stati ritirati. La catena precisa che sono stati messi dei cartelli nei punti vendita per avvertire i consumatori e sono stati sospesi gli ordini.  Coop lascia intendere che  c’è l’intenzione di creare uno spazio nel loro sito per pubblicare l’elenco dei prodotti richiamati e ritirati come ha chiesto Il Fatto Alimentare due mesi fa a tutte le catene.
Mancano ancora le risposte di: Carrefour, LD, Unes, Pellicano, Gros Market, Penny Market, Selex e Billa.
Abbiamo chiesto chiarimenti anche al Ministero della salute ma non abbiamo avuto fortuna.
Elenco dei punti vendita che hanno venduto i lotti di frutti di bosco sospettati di contenere il virus dell’epatite A ( aggiornamento 30 luglio 2013) e tabella dei prodotti ritirati 
Simply, Auchan e Coop  sono  tre catene che si sommano all’elenco allegato composto da oltre 300 supermercati discount della catena Dpiù (nella tabella sono indicati come Maxi Di), e altre  piccole realtà locali con pochi punti vendita che hanno venduto uno dei lotti si frutti di bosco ritirati dal mercato : Aeffe, Alice, Arca, Barazza, Bascom, Bon Achat, Centro commerciale discount, Centro commerciale Ramonda, Commerciale prima, Denti & Marazzi, Dial, El Gasto, Elenamarket, Emy Eurocommerciale, G.S.A., il Frutteto, La Meridiana, Orsini, Pietro Marcuzzi, Pozzoli Carni, Primax, Re.Ma.Ma, Rea, Real Cibo, Super Longare, Supermercati Oplà, TRe C, Unicomm, Vanilati, Villa Jardini, Vollono Vincenzo
Di Roberto La Pira