Sempre più pesticidi nelle acque italiane. E non mancano i multi residui. Lo rileva Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2013, realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente.
Le sostanze trovate complessivamente nelle acque sono 166, in prevalenza erbicidi e relativi metaboliti. Secondo l’Ispra la causa può essere ricondotta alle modalità di utilizzo di queste sostanze, che può avvenire direttamente al suolo, e al periodo dei trattamenti, in genere concomitante con le precipitazioni meteoriche più intense, che attraverso ruscellamento e infiltrazione ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei.
A livello territoriale l’area più critica è la Pianura padano -veneta  a causa alle caratteristiche idrologiche di quell’area e del suo intenso utilizzo agricolo. Ma anche perché, fa notare l’Ispra, le indagini sono sempre più complete e rappresentative nelle regioni del nord.
Fra le criticità, come segnalato da anni, c’è la contaminazione dovuta agli erbicidi triazinici e ai loro principali metaboliti. Sono ancora largamente presenti sostanze ormai fuori commercio, come l’atrazina (bandita da oltre due decenni) e la simazina vietata in anni più recenti. Tale presenza è evidentemente il residuo di una contaminazione dovuta al forte utilizzo delle sostanze nel passato e alla loro elevata persistenza ambientale.
I multiresidui continuano ad essere un problema soprattutto perché le metodologie di valutazione del rischio previste dalla normativa europea sono generalmente riferite alle singole sostanze. Esistono inoltre lacune conoscitive riguardo agli effetti di miscele chimiche e, conseguentemente, risulta difficile realizzare una corretta valutazione tossicologica in caso di esposizione contemporanea a diverse sostanze. Quel che è certo che l’esposizione di organismi acquatici, ma anche dell’uomo, attraverso lacatena alimentare a miscele di pesticidi umana esiste. Nelle acque superficiali è stata infatti riscontrata la presenza di almeno 2 sostanze nel 20% dei campioni, con un massimo di 23sostanze in un singolo campione e una media di circa 3 sostanze. Nelle acque sotterranee si trovano almeno 2 sostanze nel 13% dei campioni, la media è di 2,5 sostanze, e il massimo, anche qui, è di 23sostanze.
A cura di Silvia Biasotto