Twitter e Facebook a servizio dell’infanzia e dell’adolescenza. Per una volta non solo mezzi di comunicazione e socialità virtuale ma contenitori di pensieri e opinioni dei più piccoli su quello che loro stessi considerano importante per la serenità della loro vita. L’idea è venuta a Telefono Azzurro, l’associazione che da 24 anni accoglie le richieste d’aiuto dei minori in difficoltà nel nostro Paese. In occasione della Giornata Mondiale dei diritti dei bambini, l’hashtag #ilmiodiritto è ha raccolto il punto di vista delle nuove generazioni su quelli che sono i diritti che andrebbero tutelati concretamente, e non solo sulle carte degli accordi internazionali e nazionali. I messaggi arrivati sono stati migliaia e oggi, durante l’evento ufficiale che ha chiuso l’iniziativa, bambini e ragazzi hanno potuto dialogare apertamente con il mono delle istituzioni che di fronte ad alcune domande, tanto semplici quanto puntuali, si è dimostrato, in alcuni casi, colto di sorpresa.
Tra i diritti per quali le giovani generazioni chiedono garanzie c’è quello di potersi esprimere, di essere presi in considerazione, di avere la giusta attenzione nell’ambito della famiglia così come della scuola, di poter sognare un futuro secondo le loro capacità. E poi c’è il diritto di sentirsi al sicuro. Questo diritto, oggi più che mai, assume connotazioni del tutto nuove. Ancora una volta la Rete è al centro del problema.
“Il diritto ad essere sicuri non riguarda soltanto gli spazi che si frequentano nella vita vera, in famiglia, come a scuola ma anche la nuova dimensione del virtuale”, spiega Barbara Forresi, responsabile del Centro Studi di Telefono Azzurro, “Occorre un monitoraggio dell’uso della rete e dei rischi che si corrono in essa, così come di attività di sensibilizzazione. Intervenire a posteriori su fenomeni come il sexting, il cyber bullismo o l’adescamento purtroppo vuol dire intervenire troppo tardi”. Il progetto Safer Internet, che l’Associazione porta avanti con la collaborazione e il sostegno della Polizia Postale e delle Associazioni (tra cui MdC) serve appunto a portar avanti una campagna di sensibilizzazione “per far si che i ragazzi possano essere educati all’utilizzo della Rete in modo che sia utilizzata correttamente, nel rispetto degli altri e nella tutela di sé stessi”: I dati raccolti dicono infatti che dal 2008 al 2012 c’è stato un aumento del 10% dei casi di adescamento online, il 15,09% ha dichiarato di essere stato vittima di episodi bullismo e cyber-bullismo e il 27% degli adolescenti gioca d’azzardo online.
Tutti fenomeni che generano preoccupazione e che meritano di finire sotto la lente del legislatore. “Non si può negare”, spiega Elvira D’Amato, Vice questore aggiunto della Polizia Postale, ”che l’uso di Internet espone anche a dei rischi sui quali siamo noi adulti a dover sensibilizzare i più piccoli. Il che significa anche responsabilizzare: è giusto fargli presente che il diritti al gioco, all’incontrare gli altri significa anche avere la responsabilità di non esporsi al rischio e di non ledere gli altri con atti di bullismo. Safer Internet è un’iniziativa europea fondamentale perché ci aiuta a non essere soli. Gli investigatori non possono contrastare questi fenomeni da soli. C’è bisogno di una rete di vicinanza, aperta alla tutela dei minori sotto tutti i profili”. Gli spunti di riflessione lanciati dagli stessi bambini e ragazzi dovranno quindi servire per far davvero vivere ai minori il loro status nelle migliori condizioni che uno Stato può offrire.
Di Elena Leoparco