Con l’obiettivo di rilanciare il mercato immobiliare, il governo italiano ha dato la possibilità alle famiglie di sfruttare una serie di detrazioni fiscali per ristrutturare casa e acquistare mobili oppure elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Per approfittare del cosiddetto “bonus mobili” è possibile richiedere un prestito Inpdap, disponibili anche se l’istituto previdenziale è stato assorbito dall’Inps, oppure un tradizionale finanziamento bancario se siamo lavoratori dipendenti privati. Tuttavia è bene sapere che ci sono dei limiti di spesa imposti dalla normativa dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sono queste limitazioni al bonus mobili? Innanzitutto le detrazioni fiscali sull’arredamento scattano soltanto se abbiamo effettuato dei lavori di ristrutturazione nella nostra casa: per questo scopo possiamo cercare un prestito conveniente e confrontare le offerte di Fiditalia, Findomestic, Compass, o di altri istituti di credito sul mercato. Un finanziamento è una buona soluzione per avere la liquidità necessaria per fare un investimento e successivamente recuperare il 50% di quanto speso.

Tuttavia, come detto, ci sono dei limiti di spesa per l’acquisto di mobili che fissano un tetto oltre il quale non saranno più valide le detrazioni fiscali. La soglia massima generale per questo investimento è di 10 mila euro, ma la norma in vigore vuole che non si possa neanche superare la somma di denaro spesa per effettuare i lavori di ristrutturazione casa. Il bonus fiscale, comunque, rimane del 50% ripartito in 10 rate annuali.

Ma facciamo un esempio per chiarirci meglio le idee: ho fatto dei lavori di muratura in casa per 5 mila euro e voglio ora sfruttare il bonus mobili per ammodernare l’arredamento. Bene devo sapere che non potrò spendere più di 5 mila euro per una detrazione fiscale massima di 2.500 euro. Se invece la ristrutturazione casa è costata 12 mila euro, potremo comprare nuovi mobili fino a 10 mila euro e quindi ottenere una detrazione massima di 5 mila euro.

A questo punto ci chiediamo: secondo l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate cosa è “ristrutturazione casa” e cosa no? È una domanda che è importante farsi perché ad esempio sono considerati lavori di “recupero edilizio” soggetti alla detrazione fiscale tutti quegli interventi che coinvolgono la muratura come l’installazione di una porta blindata o dell’antifurto. Esclusi dal “bonus” sono invece le sostituzioni di prese elettriche e dei serramenti. Questione di punti di vista.

Ma quali sono invece i pezzi d’arredamento che si possono acquistare grazie al bonus mobili? Ecco le disposizioni dell’Agenzia delle Entrate: sì a letti, materassi, armadi, librerie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze e apparecchi per l’illuminazione domestica (considerati come necessario complemento dell’arredo). Niente detrazioni fiscali al contrario per tende, porte, oggetti di antiquariato e parquet. Si ricorda ai consumatori che nel conto totale da detrarre si possono aggiungere anche le spese di trasporto e montaggio del mobile.

Adesso avete tutte le informazioni utili per acquistare nuovi mobili e sfruttare le detrazioni fiscali. È bene sapere però che per ottenere l’agevolazione sulle tasse bisogna comprare o aver comprato i mobili nel periodo compreso fra il 6 giugno 2013 e il 31 dicembre 2014 e comunque dopo la data inizio dei lavori di ristrutturazione casa. Per dimostrare i pagamenti al Fisco, inoltre, non è possibile pagare in contanti o assegno, ma sono consentiti bonifici, pagamenti bancomat e con carta di credito.