A Cosenza presso l’Istituto Milani e de Matera si conclude per l’anno 2014 il progetto Europeo SAFER INTERNET “Generazioni Connesse”. Il progetto coinvolge le principali realtà italiane che si occupano di promuovere fra i minori un uso consapevole dei Nuovi Media (Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino), coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e co-finanziato dalla Commissione Europea.
In questi giorni l’iniziativa è approdata grazie alla richiesta della dirigente Prof. Immacolata Cairo negli istituti Milani e de Matera di Cosenza da lei diretti. In tale contesto gli operatori Giorgio Durante e Chiara la Barbera, delle associazioni coinvolte, hanno incontrato gli interessatissimi ragazzi delle classi elementari e medie, si parlava di nuove tecnologie di comunicazione, internet e social network e soprattutto dei pericoli che si nascondono nella rete a partire dal Cyber bullismo.
Il disagio giovanile, le tendenze della moda e il cyberbullismo passano tutti dalla rete, gioie e dolori per i nati negli anni duemila. Una volta il bullismo era reale, oggi è ancora più insidioso nelle piazze virtuali, come pure gli adescamenti online: nel solo 2013 la Polizia postale ha inserito nella sua blacklist 1.641 siti pedopornografici, mentre 28.063 sono in totale quelli conosciuti.
Per capire tutti i rischi che corrono gli adolescenti basta dare uno sguardo ai dati, uno su quattro vaga in rete fino a dieci ore al giorno mentre la metà degli under 18 italiani non ha bisogno di una postazione fissa grazie alla diffusione di wifi e smartphone, così circa il 22% degli under tredici che navigano sul web ha un profilo nei social network falso, proprio per poter accedere ai contatti con i coetanei, mettendo a repentaglio la propria e l’altrui incolumità.
Nella maggior parte dei casi le vittime non si confidano, le attività di Telefono Azzurro e di MDC sono finalizzate ad accrescere la consapevolezza dei ragazzi, tra spirito critico e condivisione di valori, rafforzando le occasioni di dialogo e l’ascolto e soprattutto spiegare cosa fare anche ai genitori, spesso più impreparati dei figli. C’è poi chi si scatta foto senza vestiti o fa video in atteggiamenti “spinti” e poi magari li invia.
In inglese si chiama “sexting” ed è estremamente rischioso, c’è poi da evitare il preoccupante furto di identità di un adulto per entrare nei siti di scommesse sportive, porno o di acquisti online: non è una ragazzata, è un reato a tutti gli effetti, questi sono solo alcuni dei pericoli che si incontrano sulla rete. Per segnalare tutti gli abusi ci sono fortunatamente una serie di strumenti anche in rete ma soprattutto i centri di ascolto di telefono azzurro e della polizia postale sempre disponibili ad intervenire e dare consigli.