Secondo una ricerca di Acquirente Unico, gli italiani preferiscono il mercato tutelato, ma solo per pigrizia e scarsa informazione sulla concorrenza. In tempi di crisi sempre più famiglie italiane hanno bisogno di tenere sotto controllo il proprio bilancio. Per risparmiare sulle bollette di luce e gas è possibile confrontare le offerte degli operatori alla ricerca di una soluzione vantaggiosa, eppure, malgrado il web offra tutte le informazioni necessarie, sembra esserci ancora scarsa consapevolezza.

A rivelarlo è questa ricerca che Acquirente Unico (AU) ha commissionato ad Atlas per lo scorso Festival dell’Energia di Milano. Secondo l’indagine, infatti, sembra che gli italiani non abbiano vissuto con entusiasmo l’apertura al libero mercato per la fornitura di gas naturale ed energia elettrica. Anzi, i dati parlano di una scarsissima mobilità tra sistema di Maggior Tutela e mercato libero.

Stando al sondaggio effettuato su un campione di 2000 persone dai 18 ai 74 anni, l’83,9% degli intervistati è rimasto nel mercato tutelato. Perché? Strano a dirsi ma le motivazioni raccolte hanno poco a che fare con il risparmio sulla bolletta. Per il 40,3% degli intervistati il mercato libero suscita scarso interesse, mentre il 12,9% del campione è soddisfatto del proprio fornitore e non intende cambiarlo. Il 12,2% ammette di non avere sufficienti informazioni sui nuovi operatori, mentre solo un intervistato su dieci non riscontra nel mercato libero tariffe più concorrenziali. Un altro 10% teme di ricevere un trattamento peggiore cambiando operatore e infine per il 7,5% degli italiani tra Maggior Tutela o mercato libero non c’è poi tanta differenza.

Per Paolo Vigevano, Presidente e AD di Acquirente Unico, “per la maggior parte dei consumatori il prodotto è sostanzialmente indifferenziato ed è significativo il fatto che alcuni di coloro che hanno effettivamente cambiato fornitore, stando alle statistiche ufficiali, è superiore al numero di coloro che dichiarano di averlo fatto”.

C’è quindi chi passa al libero mercato senza rendersene conto? La situazione non appare improbabile, considerato che la causa principale della scarsa mobilità tra mercato tutelato e regime concorrenziale è soprattutto la mancanza di informazione e forse di sensibilizzazione a tematiche oggi più che mai attuali come la tutela dell’ambiente e l’ecocompatibilità. Come si legge nel comunicato stampa che accompagna la ricerca, chi scegliere di rimanere nel mercato tutelato è un utente che ha un basso interesse per i temi energetici, a cui si accompagna una scarsa informazione, alto consumo energetico e passività nei comportamenti di scelta.

Insomma, vizi e cattivi abitudini che sono dure a morire. Come fa notare Vigevano, “nell’analizzare le motivazioni di fondo di coloro che effettivamente cambiano fornitore, scopriamo che al primo posto non c’è la ‘convenienza economica’, ma elementi apparentemente accessori che però fanno già intravvedere possibili evoluzioni dello stesso prodotto offerto”. Chi passa al libero mercato, infatti, dimostra non soltanto di essere più informato, ma anche più attento alle novità e socialmente più toccato dalle problematiche connesse al consumo energetico.

Questi dati fanno comunque ben sperare verso uno sviluppo del mercato, o meglio, di entrambi i mercati, verso “prodotti che trovano una concreta possibilità di successo proprio nella predisposizione all’innovazione”.