Del settore enologico e dei problemi a cui è soggetto si è parlato al workshop tenutosi presso al sede dell’URP del Corpo forestale dello Stato su Contraffazione e wine kit. Al tavolo si sono alternate le diverse anime del mercato: imprese, istituzioni e consumatori.
L’incontro moderato da Anna Zollo (direttore editoriale della rivista www.frodialimentari.it, e co-organizzatore dell’evento) ha annoverato fra i relatori esperti del settore di rinnovata esperienza.
Ha aperto i lavori Nicolò Girodano (responsabile Urp del corpo forestale dello Stato) che, dopo i saluti di rito, ha introdotto interessanti spunti di dibattito. Giordano ha infatti evidenziato come i consumi di generi alimentari siano ancora in contrazione, ma come il consumatore sia oggi più attento a ciò che mangia. Nello specifico del settore enologico ha evidenziato come il vino non è una semplice bevanda ma un misto fra cultura ed identità di un popolo.
Il dibattito è entrato nel vivo con l’intervento di Lucio Parascandolo (project manager della Fondazione ITS BACT). Parascandolo ha evidenziato come oggi tutto ruoti attorno all’informazione in rete e come la discriminante negli acquisti sia il prezzo. L’e-commerce quindi soprattutto per particolari comparti (quali quello enogastronomico) è molto “pericolosa” soprattutto perché le giovani generazioni non hanno concetti di logica strutturata. E’ necessario quindi un sistema che consenta di fare scelte consapevoli per non incorrere in frodi o illeciti dannosi non solo da un punto vista economico ma anche sanitario. Oggi infatti nel mercato virtuale vige solo la logica economica. È necessario quindi tendere ad una formazione informata.
Gugliemo Chinese (presidente dell’ITS MIC) ha invece evidenziato come per poter valorizzare e promuovere il settore vitivinicolo sia necessario lavorare sul Bello il buono e l’eco. Cioè lo sviluppo territoriale è possibile solo se i prodotti sono qualitativamente eccellenti che rispettino il paesaggio utilizzando la green economy. Il prodotto di qualità, e nello specifico il vino è legato al luogo di produzione che ne esalta il gusto e la qualità. Ha quindi esaltato il rapporto fra agricoltura, gastronomia e turismo.
Ha relazionato poi Nancy Laudani Responsabile Marketing dell’ISNART. La Laudani ha esposto l’attività dell’ISNART e il fondamentale apporto delle camere di commercio sia Italiane che straniere per la tutela del Made in Italy, evidenziando come nel mondo esiste una forte contraffazione della ristorazione italiana oltre che della produzioni enologica, ma come i veri ristoratori italiani all’estero sono degli ottimi ambasciatori della cucina e della cultura dell’italian style.
Lando Desiati della seconda divisione del CFS ( sicurezza agro ambientale) ha toccato nello specifico la filiera del vino evidenziando le criticità del comparto, ha infatti fornito spunti e informazioni sui wine kit e le ulteriori illegalità cui è soggetto il mercato. Ha rassicurato gli astanti confermando che in Italia il fenomeno del wine kit non è presente. I principali mercati di sbocco sono la Svezia la Gran Bretagna gli Usa. Ha inoltre evidenziato come il problema del wine kit esiste perché la norma nel definire cosa sia il vino stabilisce che il vino è il prodotto derivante dalla fermentazione di uve e mosto. Ed è in questa postilla che tutto parte.
Valeria Graziussi ha invece focalizzato il suo intervento su il ruolo del consumatore e su come si può difendere. Un passo in aventi è stato il divieto da parte della normativa UK alla commercializzazione dei wine kit.
Ha concluso i lavori Vincenzo Pepe (presidente di Fareambiente). Pepe ha evidenziato l’importanza i incontri del genere dove è possibile confrontarsi e trovare possibili soluzioni. Perché solo attraverso una corretta gestione dell’ambiente è possibile una buona qualità della vita.
Erano presenti all’incontro i rappresentanti delle associazioni dei consumatori che hanno patrocinato l’incontro: Francesco Luongo (MDC), Silvia Biasotto (MDC), Luigi Gabriele (CODICI), Valeria Graziussi ( CODACONS)