Al momento stai visualizzando CONSUMEETING,MDC: ‘La moneta elettronica contro l’economia sommersa’

Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e membro del CESE, il Comitato economico e sociale europeo, è intervenuto oggi a Roma al Consumeeting 2014, il convegno organizzato da Consumers’ Forum, sottolineando l’importanza dei pagamenti elettronici.  

Il processo di digitalizzazione del Paese – dichiara Antonio Longo, che insieme a Assoutenti, Cittadinanzattiva e Confconsumatori ha fondato la coalizione Italian E-Payment Coalition (IEPC) – sta contribuendo a rendere più semplice la vita di tutti noi. Pensiamo a come la tecnologia ha reso più veloci, sicure ed economiche gran parte delle nostre attività quotidiane: dai pagamenti in mobilità alla gestione per via telematica delle pratiche amministrative di ogni famiglia”.

La moneta elettronica, in particolare, offre vantaggi sia per i consumatori sia per il sistema economico tout court, grazie alla possibilità di acquistare ovunque e in sicurezza e soprattutto in virtù dei risparmi garantiti dalla sostituzione del cash. Il contante, infatti, ha costi sociali altissimi: circa 8 miliardi di euro all’anno secondo le stime di Banca d’Italia.

Senza dimenticare la lotta al sommerso garantita dai pagamenti tracciati: infatti, tracciare i pagamenti significa combattere l’evasione fiscale, ridurre l’economia sommersa – che in Italia vale più di un terzo del PIL –, aumentare i valori assoluti del gettito, diminuire la pressione fiscale e liberare risorse per sostenere i redditi e favorire i consumi.

Incentivare l’uso della moneta digitale è quindi la strada che il nostro Paese deve seguire, nonostante i vincoli normativi imposti da Bruxelles: infatti, il nuovo Regolamento Europeo che disciplina i pagamenti con carta – e che presto sarà legge – rischia di diventare un boomerang per i consumatori. Nello specifico, la nuova norma imporrà un tetto unico in Europa alle commissioni interbancarie sulle transazioni con carte di credito e debito (Interchange Fees). Due le conseguenze: le banche aumenteranno il canone annuo delle carte – e quindi le spese a carico dei cittadini – e i consumatori saranno meno stimolati ad usare la moneta elettronica.

La nostra coalizione – sostiene Longo – più volte ha posto all’attenzione delle Istituzioni italiane ed europee le contraddizioni di un Regolamento condivisibile nelle intenzioni, promuovere l’uso della moneta elettronica, ma assolutamente disdicevole nelle modalità con cui pretende di realizzarle. È il classico di esempio di come il fine non deve giustificare i mezzi: non possono essere i consumatori a dover pagare le conseguenze dell’applicazione di una norma che darà ai commercianti ampi poteri – ad esempio decidere quale carta accettare e quale no – e costringerà le banche ad aumentare le spese per i conti correnti e il possesso delle carte. Non solo, ma come testimoniano numerosi casi empirici, laddove l’Interchange Fees è stata regolamentata, si è assistito ad un aumento delle spese per i cittadini e a una diminuzione dell’utilizzo della moneta elettronica. Negli Stati Uniti, infatti, a fronte dell’introduzione di un cap sulle commissioni sulle carte di debito, si è assistito in un anno ad una diminuzione di circa il 25% degli acquisti con carta e ad un aumento delle spese per i correntisti”.

Aumenti che non vuole nessuno. Un’indagine realizzata da Field Service Italia per il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) – con l’obiettivo di conoscere l’opinione dei consumatori a proposito del provvedimento UE – evidenzia che il 60,8% degli italiani non giustifica un aumento delle spese per le carte, il 34% dichiara che se il costo annuale delle carte aumentasse non sarebbe più disposto ad usarle, e il 37,7% degli intervistati si dice pronto a cambiare le proprie abitudini e tornare al contante.

La direzione opposta che il nostro Paese deve prendere nel suo processo di digitalizzazione”, conclude Antonio Longo.