Al momento stai visualizzando Quale futuro per il consumerismo? Interrogativi e certezze del Movimento Difesa del Cittadino per un consumatore da rimettere al centro

Franscesco LuongoEditoriale Diritti&Consumi – Di Francesco Luongo, Presidente Nazionale
 
 
A 30 anni dalla nascita del Movimento Difesa del Cittadino abbiamo deciso di interrogarci ancora una volta sulla figura del consumatore e sul ruolo delle associazioni in una Assemblea Nazionale che ha fornito utili spunti per un’azione sempre più aderente alle reali necessità dei cittadini eliminando il rischio dell’ inerte autoreferenzialità che attanaglia da anni il consumerismo italiano.
Bollette telefoniche a 28 giorni, superconguali per luce e gas, Ryan Air che cancella centinaia di voli, azionisti di banche che, dopo essere stati truffati, si vedono negare ogni risarcimento e persino l’accesso alla giustizia, frodi alimentari, queste solo alcune delle principali emergenze che la nostra associazione sta cercando di affrontare ricorrendo a tutti i suoi strumenti di legalità e informazione.
Uno triste scenario per i consumatori italiani, aggravato dall’evidente volontà politica di non valorizzare, bensì di contrastare il confronto con i corpi intermedi della società tra cui associazioni e sindacati,  in un’opera di disintermediazione sociale forse pinta dall’utopia che, riducendo gli interlocutori, si semplifichi il dialogo e quindi le decisioni.
Ci troviamo di fronte ad una sostanziale chiusura al dialogo dei Partiti che si riverbera sulle istituzioni, anche locali e che, invece di garantire scelte condivise e trasparenti, sta finendo con l’imporre decisioni calate dall’alto incomprese ed incomprensibili se non nell’ottica di uno “scambio” alimentando così l’antipolitica.
Aver impedito ogni confronto sia in sede di predisposizione che di discussione parlamentare  sulla conversione in Legge del “Decreto Banche”, che ha consentito a Intesa San Paolo di rilevare Popolare Vicenza e Veneto Banca per 1 euro con una dote pubblica di 5 miliardi ed una garanzia sui debiti di almeno 12, è solo uno degli esempi di questa deriva.
Non possiamo restare inermi di fronte a questo disinteresse verso il sentire di un cittadino che, quando chiede trasparenza o inoltra un reclamo, viene visto troppo spesso come un fastidio dalle istituzioni e dagli attori di un mercato seccato  dalle “regole” facilmente aggirate attraverso l’ubicazione in Paesi compiacenti, trattati commerciali come il CETA, o peggio la “sterilizzazione del rischio legale”, locuzione tecnica ben nota a molti risparmiatori traditi.
Queste solo alcune delle ragioni della lettera aperta inviata dalla nostra ed altre associazioni al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda cui abbiamo voluto ricordare che, all’opera meritoria sull’Industria 4.0, andrebbe affiancata la nascita di  consumatore italiano almeno 2.0, in grado di cogliere i vantaggi della rivoluzione tecnologica e non solo di sopportarne costi da contribuente.
Ancora una volta, dopo tanti anni, non può quindi che risuonare con maggior forza il grido dei nostri padri fondatori del 1987: “Aux armes citoyens” per una battaglia sui diritti che continuerà nel solco di una tradizione di libertà ed indipendenza da sempre forza del Movimento.