Il #ModemLibero è un diritto inalienabile! Sostengono molti addetti ai lavori e gli appassionati, ma alla maggior parte degli utenti in fondo che importa? È una legittima domanda perché i dibattiti sui massimi sistemi spesso sono tediosi e incomprensibili.
Allora sarebbe giusto entrare nel vivo della questione, affrontando tutti i temi che possono davvero impattare sull’esperienza quotidiana e sul mercato stesso.
Un diritto per il consumatore
Prima di tutto avere la possibilità di decidere di impiegare il router che si preferisce è effettivamente un diritto del consumatore privo di controindicazioni. Non si sta parlando di una valvola di una centrale atomica. Il router è una apparecchiatura elettronica come tante altre: più intelligente di un tostapane ma meno complessa di uno smartphone. Il mercato è ricco di proposte, declinate per caratteristiche, funzionalità e prezzi. In più i marchi leader conosciuti sono numerosi. Insomma, difficile sbagliare.
La qualità dei router presenti sul mercato
Per di più, nella maggior parte dei casi, un modello di fascia bassa di marca è spesso superiore rispetto a quelli proposti dai provider. E questo è un secondo punto chiave. Se i fornitori di servizio Internet nel tempo non avessero abusato del loro potere di imposizione la battaglia sul modem libero sarebbe stata meno cruenta. Invece di proporre prodotti diffusi sul mercato si sono intestarditi con la via autarchica. Se li fanno personalizzare da fornitori esterni, per ridurre i costi, e poi li fanno strapagare come se fossero lo stato dell’arte. Qualche operatore illuminato fa diversamente, ma si parla di mosche bianche.
All’utente medio poi interessa soprattutto la copertura Wi-Fi, ma purtroppo per godere di prestazioni adeguate non si può prescindere da un lavoro di progettazione e componentistica adeguati. Per altro sfatiamo un mito: la presenza di antenne esterne non è plus rispetto ai modelli che non le hanno. Secondo i produttori di router semplicemente consentono una progettazione più semplice, mentre quelle interne richiedono maggiore impegno e non tutti sono all’altezza.
Altro secondo mito è quello delle frequenze impiegate dalle versioni dual-band. La banda radio a 2.4 GHz dovrebbe essere quella da prediligere nella maggioranza dei casi. Se poi si vive in una zona densa di connessioni wireless, come può succedere in un classico appartamento metropolitano, allora il 5 GHz potrebbe essere d’aiuto. Ma a volte anche sul 2.4 GHz è sufficiente cambiare canale.
Infine, sempre su questo fronte non si può che considerare il semplice rapporto qualità/prezzo. Se oggi un operatore obbliga ad acquistare un suo router, tendenzialmente scadente e aggiornato con lentezza, perché dovrebbe essere preferito rispetto a un comune modello di mercato che può arrivare a costare la metà, godere di un firmware sempre fresco e caratteristiche che si possono scegliere a-la-carte?
Le funzioni avanzate dei router
E siamo giunti al nodo delle funzioni integrate. Nel tempo siamo passati da semplici modem a router evoluti. Per quanto gli operatori cerchino di aggiornare le loro offerte con modelli più potenti, il libero mercato è sempre una spanna avanti. Oggi i top di gamma mettono a disposizione prese USB per ospitare chiavette mobili, gestione delle chiamate, parental control, abilitazione VPN per l’accesso remoto ad hard disk, etc.
Senza contare poi il cosiddetto port-forwarding che permette in remoto di raggiungere un host con indirizzo IP privato (in LAN) mediante una porta dell’IP pubblico dello stesso. In sintesi la possibilità di collegarsi a una Webcam (IP-Cam) o altri dispositivi.
Il futuro è poi fatto di possibilità di interazione tra il router e la sensoristica smart home. Quindi agire sempre in remoto su termovalvole, forni, lavatrici, riscaldamento, porte, serrande, etc. E non si può dimenticare che i chip DECT di alcuni modelli, che un tempo erano solo dedicati solo al supporto dei cordeless, oggi si dimostrano ideali per la raccolta dati dei sensori.
Sicurezza e mercato
E poi infine c’è il tema legato a sicurezza e malware. Wind lo scorso anno per uno “scherzo” di un pirata informatico ha subito il down di un buon numero di router affidati alla clientela. Con un’unica falla sfruttata ha interrotto i servizi di migliaia di utenti. Con la diversificazione delle apparecchiature i problemi sarebbero stati più limitati.
E poi detta tutta, la filiera di aggiornamento per un router fornito da un provider è più lunga. Mentre un utente con un prodotto di mercato può avere la certezza di maggiore celerità nell’avvicendamento dei firmware.
Per ultimo c’è il tema dell’industria di settore. #ModemLibero vorrebbe dire favorire la vendita dei prodotti con conseguenze positive sull’intera filiera: dai produttori fino ai piccoli negozianti. Oggi i provider di fatto monopolizzano il mercato, in contrasto con ogni indirizzo dell’Unione Europea.
Se n’è accorta anche l’AGCOM, che finalmente su indicazione del Governo ha deciso di affrontare il tema mandando in consultazione pubblica un documento che punta a liberalizzare il mercato. Il periodo di confronto è terminato da pochi giorni. Non resta che attendere il regolamento definitivo.