“Lo spegnimento forzato del sistema Tutor di controllo della velocità media sulle strade non diventi la scusa per una campagna di multe a strascico sulla rete autostradale, in violazione delle garanzie previste dal Codice della Strada”. Questo il parere del Movimento Difesa del Cittadino di fronte alle non troppo velate minacce che lo stop al sistema di verifica della velocità che la Corte d’appello di Roma (con sentenza n. 2275/2018) ha dichiarato contraffatto, comporti uno stillicidio di controlli con autovelox, telelaser e apparecchi montati su vetture di servizio (anche autocivetta) in movimento.
A riguardo, l’associazione di consumatori, da tempo impegnata contro le migliaia di Comuni che fanno cassa con le multe per circa 1,67 miliardi di euro senza investire un euro in sicurezza stradale, si augura che anche sulla rete Autostradale venga rispettato l’art 142 del Codice della Strada e la sentenza della Cassazione n. 5997/14, secondo cui le postazioni di rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi, ai sensi del D.M. 15 Agosto 2007; il verbale deve riportare, a pena di illegittimità, tali elementi.
MDC chiede inoltre notizie certe circa l’implementazione del nuovo sistema che dovrebbe sostituire il Tutor, ovvero il SICVE Pm, ancora sotto esame da parte del Ministero per le Infrastrutture, ma di cui si vocifera l’attuazione di sperimentazioni, anch’esse da segnalare agli automobilisti.
La rete di Sportelli del Movimento continuerà ad assistere i cittadini che ritengano di essere stati vittime di accertamenti in violazione del Codice della Strada.