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Il Vaping in Italia

L’indagine Eurobarometro della Commissione Europea su vaping e tabacco in Europa, pubblicata a febbraio 2021, ha mostrato che:

● Quasi 1 italiano su 4 fuma (23%).

● Il 12% degli italiani dice di aver provato il vaping almeno una volta, una percentuale inferiore alla media europea del 14%.

● L’1% degli italiani dice di svapare, attualmente. Anche la media UE è dell’1%.

● Quasi 4 italiani su 10 (38%) pensano che le sigarette elettroniche siano dannose per la salute. Il dato è al di sotto della media UE, pari al 65%.

● Il 12% dei vapers italiani dice di aver adottato il vaping per ridurre il fumo, un aumento del 5% dal 2017.

 

Che cos’è la sigaretta elettronica (cd prodotti per il vaping o e-cig)? 

● I prodotti per il vaping sono dispositivi elettronici alimentati a batteria che riscaldano un liquido contenente (eventualmente) nicotina, attraverso una resistenza arroventata, per creare un vapore che viene inalato dal consumatore.

● Le e-cig non contengono tabacco e non attivano alcun processo di combustione.

● La maggior parte dei liquidi da inalazione contiene glicole propilenico, glicerolo vegetale, acqua, aromi e nicotina (eventuale).

● Ci sono due tipi di prodotti per il vaping – a sistema “chiuso” e “aperto”.

○ I sistemi chiusi sono caratterizzati da cartucce di liquido pre-caricate usa e getta.

○ I sistemi aperti hanno un serbatoio che può essere riempito manualmente con liquido che viene venduto separatamente in flaconi.

 

● Nell’UE, i prodotti da vaping sono regolati dalla direttiva sui prodotti del tabacco 2014/40 (trasposta in Italia con Dlgs 6/2016). Questa direttiva assicura la qualità dei dispositivi e stabilisce alcune limitazioni alle comunicazioni commerciali per i liquidi contenenti nicotina:

o Notifica al portale europeo di riferimento 6 mesi prima della commercializzazione dei liquidi contenenti nicotina

o Obbligo di utilizzo di ingredienti di elevata purezza per gli e-liquids

o Obbligo di etichettatura e tracciabilità del prodotto per gli e-liquids

o Divieto di comunicazioni commerciali che pubblicizzino in maniera diretta o indiretta liquidi contenenti nicotina su:

Servizi della società dell’informazione (web)

Stampa e comunicazioni stampate

Radio & TV

Eventi con rilevanza transfrontaliera

 

In Italia non è previsto il divieto di svapo nei luoghi pubblici, mentre la Legge 128/2013 prevede tale divieto per ospedali, scuole, università e rispettive pertinenze. Per quanto riguarda teatri, cinema e mezzi pubblici è previsto un divieto discrezionale che può essere stabilito dall’operatore. Per gli aerei invece vige il divieto di svapo, imposto dalla IATA (International Air Transport Association), mentre per quanto riguarda gli areoporti sarà il gestore di ogni singolo scalo a decidere se applicare questa restrizione.

● L’Italia è diventata il primo paese dell’UE a tassare i liquidi da vaping nel 2014 (Dlgs. 504/95) attraverso un sistema parametrato al 10% (liquidi senza nicotina) e 15% (liquidi con nicotina) dell’accisa gravante su 1kg di sigarette e una complessa procedura di equivalenza tra sigarette ed e-cig. Il risultato di tale procedimento è oggi un’imposta di consumo pari ad €0,13 per ml di liquidi contenenti nicotina e di €0,08 per i liquidi che non contengono nicotina.

 

Che cos’è il tabacco riscaldato? 

● I dispositivi a tabacco riscaldato sono strumenti elettronici che scaldano stick di tabacco ricostituito senza attivare il processo di combustione

● La maggior parte degli stick contiene tabacco ricostuito e glicerina (necessaria per la formazione del vapore)

Nell’UE, i prodotti a tabacco riscaldato sono regolati dalla direttiva sui prodotti del tabacco 2014/40 (trasposta in Italia con Dlgs 6/2016):

o Notifica al portale europeo di riferimento 6 mesi prima della commercializzazione dei liquidi contenenti nicotina

o Produzione di studi scientifici sul prodotto

 

In Italia, il Ministero della salute, sentito l’Istituto superiore di Sanità, può riconoscere il rischio ridotto del prodotto attraverso una complessa valutazione degli studi forniti dal produttore.

Negli USA la FDA americana, ad oggi, ha riconosciuto al prodotto a tabacco riscaldato di Philip Morris International solo una esposizione “modificata” rispetto alle sigarette.

In Italia al momento non è chiaro se i divieti di utilizzo valevoli per le sigarette tradizionali possano essere estesi anche al tabacco riscaldato, pertanto rimane, residualmente, un divieto discrezionale per i luoghi pubblici.

● L’Italia nel 2014 (Dlgs. 504/95) è stato uno dei primi paesi al mondo a tassare il tabacco riscaldato attraverso un sistema parametrato oggi al 30% dell’accisa gravante su 1kg di sigarette e una complessa procedura di equivalenza con le sigarette. Il risultato di tale procedimento è un’accisa che varia a seconda del prodotto (mediamente il rapporto di equivalenza sigaretta – tabacco riscaldato è di quasi 1-1).

 


EVENTI

 

Webinar

Dati Scientifici e Falsi Miti: Introduzione alle nuove categorie a rischio ridotto

(sigarette eletttroniche e tabacco riscaldato)

● Le sigarette elettroniche ed il tabacco riscaldato sono la stessa cosa?

● Le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette? E il tabacco riscaldato?

● Quali sono gli impatti sulla salute di tali prodotti?

● Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato sono regolati allo stesso modo?

Alla luce delle informazioni disponibiIi oggi sui media, i consumatori sono consapevoli delle reali caratteristiche delle e-cig e del tabacco riscaldato?