Al momento stai visualizzando Spreca meno, mangia bene, vivi meglio. 

E’ giunta alla nona edizione, celebrata come di consueto il 5 febbraio, la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Il cibo rappresenta la vita, la cultura e le tradizioni di una comunità, oltre che il sostentamento e la ricchezza anche economica. Tanto è vero che anche le ‘modalità’ dello spreco possono avere un segno molto diverso e rappresentare le condizioni di quella comunità: nei paesi più poveri si spreca magari perché non ci sono gli strumenti per conservare il cibo; in quelli più ricchi si spreca per eccesso e disattenzione. 

Anche nel nostro Paese le cifre dello spreco alimentare sono notevoli: oltre 7 miliardi di euro, pari a circa 1.866.000 tonnellate di cibo. I dati arrivano dal Rapporto “Il caso Italia” 2022 di Waste Watcher International (il primo Osservatorio nazionale sugli Sprechi, attivo per iniziativa di Last Minute Market) presentato appunto il 5 febbraio scorso, che ci racconta come – in fase di lockdown – fossimo diventati, noi italiani, più morigerati in tema di cibo e spesa alimentare, soprattutto in considerazione delle maggiori difficoltà di spostamento anche solo per andare al supermercato e della attenzione a riutilizzare gli avanzi come a preparare in casa addirittura il pane. 

Una volta tornati alla (più o meno) normalità, tuttavia, le cattive abitudini hanno ripreso piede: lo spreco evidenziato dalla rilevazione 2002 su 2021 aumenta del 15% rispetto alla rilevazione 2021 su 2020, in media 595,3 grammi pro capite a settimana, ovvero 529 grammi settimanali in più. Si spreca di più la frutta fresca, ma anche il pane fresco, al sud e nelle famiglie senza figli.  

Nonostante ciò, il nostro Paese rimane il più virtuoso nell’ambito di quello che Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, chiama “G8 dello spreco con gli spagnoli a 836 grammi di cibo sprecato, gli inglesi con 949 g, i tedeschi con 1081 g, i canadesi con 1144 g, i cinesi con 1153 grammi e in fondo gli statunitensi al top con 1453 grammi di cibo settimanali. 

La Giornata nazionale di prevenzione dello spreco nasce nel 2014, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con l’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari e con il Ministero dell’Ambiente, su un’idea dell’agroeconomista Andrea Segrè, coordinatore del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare del Ministero dell’Ambiente (PINPAS). Attraverso la Campagna Spreco Zero, Last Minute Market – leader nel campo del recupero delle eccedenze alimentari – ha raggiunto scuole, istituzioni, cittadini per sensibilizzare sul tema del cibo e del suo utilizzo ‘intelligente’. “One health, one earth. Stop food waste” il tema della Giornata 2022, a sottolineare quanto non solo la riduzione degli sprechi, ma la gestione sana e oculata della nostra spesa quotidiana può avere un effetto positivo sull’ambiente in cui viviamo. Un tema così sentito nel nostro Paese da produrre la legge n. 166/2016, la cosiddetta legge Gadda dal nome della parlamentare che la propose. La legge ha l’obiettivo di favorire ogni iniziativa volta a ridurre lo spreco alimentare ‘premiando’ attraverso sconti sulla fiscalità enti e realtà sociali che donano o redistribuiscono le eccedenze alimentari o farmaceutiche ai soggetti in situazione di disagio economico-sociale, contrastando lo spreco anche in fase di produzione, lavorazione, somministrazione. Oltre a chiarire cosa vuol dire eccedenza alimentare (“i  prodotti  alimentari, agricoli  e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti  di igiene e sicurezza del prodotto, sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo: invenduti o non  somministrati  per  carenza  di  domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti  aziendali di  vendita;  rimanenze  di  attività  promozionali;   prossimi   al

raggiungimento  della  data  di  scadenza;  rimanenze  di  prove   di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori  nella programmazione della produzione; non idonei alla  commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio  secondario  che  non  inficiano  le idonee condizioni di conservazione”) e spreco alimentare (“l’insieme  dei   prodotti   alimentari scartati  dalla  catena  agroalimentare  per  ragioni  commerciali o estetiche ovvero per  prossimità  della  data  di  scadenza,  ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o  animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono  destinati  a essere smaltiti”), la legge semplifica le procedure per le donazioni e introduce la possibilità per i comuni di incentivare chi dona alle organizzazioni non profit con una riduzione della tassa dei rifiuti.