Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) lancia un forte allarme in merito ai dati shock diffusi dall’ISTAT sulla spesa delle famiglie italiane nel 2023. Nonostante un apparente aumento della spesa media mensile per consumi, salita a 2.738 euro (+4,3% rispetto al 2022), l’inflazione alle stelle (+5,9%) sta erodendo il potere d’acquisto, causando una preoccupante diminuzione reale dell’1,5%. “Questi dati dell’ISTAT sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare”, afferma Francesco Luongo, portavoce di MDC. Per Luongo “è inaccettabile che nel 2023 le famiglie italiane debbano scegliere se mettere un piatto in tavola o pagare le bollette. Va posto un argine all’aumento dei prezzi dei beni alimentari che prosegue nel silenzio di chi dovrebbe vigilare. Chiediamo un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni per fermare questa emorragia dalle tasche degli italiani”.
I dati dell’ISTAT dimostrano che le famiglie italiane, pur spendendo di più, sono costrette a rinunciare a beni e servizi essenziali. La situazione è drammatica: la riduzione del potere d’acquisto colpisce indistintamente sia le famiglie meno abbienti (-1,6%) che quelle più abbienti (-1,7%). Particolarmente inquietante è l’aumento delle famiglie che tagliano sulla spesa alimentare. Nel 2023, ben il 31,5% ha dichiarato di aver limitato la quantità e/o la qualità del cibo acquistato, un dato in crescita rispetto al 29,5% del 2022. Questo trend allarmante rivela come sempre più cittadini siano obbligati a fare rinunce su beni di prima necessità, con gravi ripercussioni sulla salute e sul benessere. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è crollata al 6,3%, rispetto al 7,8% del 2022 e all’8,0% del 2019 pre-pandemia. Le famiglie stanno esaurendo i propri risparmi per far fronte alle spese quotidiane, una spirale pericolosa che rischia di portare a una vulnerabilità finanziaria senza precedenti.