Danone 180mila. Colussi 100 mila. Galbusera 60 mila. Sono le multe comminate dall’Antirust a tre importanti marchi dell’industria alimentare per pubblicità e claims ingannevoli. Nel primo caso si tratta del famoso spot dello yogurt integrato di calcio Danaos, da assumere come complemento della dieta quotidiana, suggerito per uno specifico target di consumatori, in considerazione dell’insufficiente apporto di calcio assunto, nonché evidenziando l’inadeguatezza di alcuni alimenti comuni (latte e formaggio) a soddisfare il bisogno di calcio. La segnalazione era arrivata dall’Unione Nazionale Consumatori e lo spot non è piaciuto all’Autorità sotto più profili.
Innanzitutto è stata considerata ingannevole “l’enfasi posta sulla carenza di calcio”: lo spot dice “ 2 donne su 3 non assumono abbastanza calcio”. In secondo luogo, il prodotto non risulta in grado di fornire il 50% della dose giornaliera necessaria per lo specifico target individuata, considerando che la comunicazione pubblicitaria si basa sull’insufficiente assunzione di calcio nella popolazione femminile e specificamente sulla situazione di bisogno relativa ad una specifica fascia di popolazione, over 60, attraverso la precisa scelta di un testimonial e specifici dialoghi relativi alla sua alimentazione e mobilità. Infine sulla collaborazione con il policlinico Gemelli, l’Antitrust ha rilevato che l’istruttoria svolta non ha dato evidenza alcuna in tal senso, ma ha fatto emergere la sussistenza di un mero accordo commerciale teso ad incentivare possibili azioni di educazione e sensibilizzazione sulle patologie cardiovascolari in primis – dunque non attinenti al prodotto di cui parlasi – e dell’osteoporosi successivamente.
Nel caso di Colussi invece si tratta di claims nutrizionali ingannevoli perché idonei a fuorviare i consumatori da scelte commerciali consapevoli e nutrizionalmente fondate, principalmente a causa della prospettazione enfatica ed isolata della riduzione percentuale di nutriente che, in quanto priva dell’indicazione del termine di raffronto, sortisce effetti confusori circa l’effettiva portata nutrizionale del prodotto. Si tratta di diciture quali “Meno 75% di grassi”; meno 50% di grassi”,”alla Soia meno 30% di grassi saturi”, ecc..
Problemi anche per i messaggi diffusi via spot radiofonici e televisivi, telepromozioni e sul sito internet aziendale www.galbusera.it – relativi ai crackers RISOSURISO con Riso soffiato e -30% di grassi incentrati sul claim nutrizionale di tipo comparativo “meno XX % di grassi”. Secondo l’Autorità i messaggi pubblicitari sono privi dell’indicazione del termine di raffronto e quindi  “idonei a fuorviare i consumatori da scelte commerciali consapevoli e nutrizionalmente fondate, principalmente a causa della prospettazione enfatica ed isolata della riduzione percentuale in grassi recata dagli alimenti: tali messaggi sortiscono effetti confusori circa l’effettiva portata nutrizionale del prodotto e specificamente in riferimento ai claim nutrizionali cd. “assoluti” (i.e. A BASSO CONTENUTO DI GRASSI), ammessi dal Reg. CE n. 1924/2006 solamente in presenza di specifici requisiti di contenuto del nutriente che nella fattispecie in esame non ricorrono”.