Una serie di operazioni online sul conto Bancoposta con cui sono andati in fumo tutti i propri risparmi per 11mila euro ed il reiterato rifiuto da parte di Poste Italiane di comunicare il nominativo dell’intestatario Postepay beneficiario. Dopo quasi 9 anni anni di causa il Tribunale di Benevento ha condannato Poste Italiane – Bancoposta a fornire alla cliente, difesa dai legali del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), tutta la documentazione relativa alle operazioni disconosciute, a chi ne sia  stato il beneficiario ed al rimborso delle spese legali.

Il calvario della correntista era iniziato nel 2008, dopo essere stata costretta a chiedere  al Tribunale un ordine di consegna della documentazione del proprio conto a  Poste Italiane – Bancoposta e da questa impugnato appellandosi al rispetto della “legge sulla privacy”.

Per anni Poste Italiane ha respinto la richiesta da parte della cliente di ottenere, oltre il numero della carta Postepay, anche il nome del beneficiario di queste fantomatiche operazioni online, puntualmente contestate e denunciate anche alla Polizia Postale.

Rivoltasi a MDC, a nulla sono valsi tentativi di conciliazione e persino una mediazione civile disposta dal Magistrato. I legali hanno contestato il generico riferimento al Codice della Privacy opposto da Poste Italiane alla correntista che gli ha impedito di sapere chi l’aveva derubata esistendo al contrario precise Linee Guida del Garante emanate il 27.10.07 che richiamano quanto stabilito dall’art. 119 del Testo Unico Bancario: al correntista che ne faccia richiesta deve essere sempre essere fornita copia integrale di tutta la documentazione contabile relativa alle sue operazioni, anche se contenente dati di terzi.

E proprio in base a questa norma il Tribunale di Benevento ha dato ragione alla correntista,  stabilendo il pieno diritto della cliente del Bancoposta ad ottenere copia integrale di tutta la documentazione delle proprie operazioni, oltre che il pagamento delle spese legali sostenute.

“Poste Italiane Divisione Bancoposta, rifiutando  l’accesso alla documentazione di operazioni di addebito contestate, ha violato il fondamentale principio di trasparenza, correttezza e buona fede nei confronti della propria cliente – dichiara l’Avv. Francesco Luongo, Vicepresidente MDC che ha seguito la causa – che aveva il pieno diritto di ottenere copia in chiaro dei propri estratti conto negli ultimi dieci anni. La risparmiatrice è stata così danneggiata doppiamente prima da chi le ha sottratto indebitamente i risparmi sul conto e poi da Poste Italiane che, per 9 anni, ha rifiutato di comunicargli il beneficiario del furto”.

Il caso potrebbe avere un seguito ulteriore visto che alla risparmiatrice non sono stati ancora consegnati i documenti e comunque dovrà agire civilmente nei confronti di Bancoposta per l’omessa vigilanza sul proprio conto online: “Il caso dimostra – conclude Luongo – quanto ancora sia necessario lavorare sul fronte della trasparenza bancaria dei correntisti e come MDC continui a pretendere garanzie vere e non chiacchiere per i risparmiatori”.