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Tra il 2016 e il 2020 la ricchezza netta media è aumentata dell’1,7%, principalmente grazie alla componente finanziaria, sostenuta sia dalla crescita del risparmio sia dal più elevato valore delle attività. Si è ampliato, però, il divario tra la ricchezza netta media e quella mediana, con un incremento della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza netta. L’indice di Gini, una misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione, è cresciuto di 3 punti percentuali, dal 61,6 del 2016 al 64,7 del 2020. Sono alcuni dei dati emersi dall’ultima indagine Bankitalia sui bilanci delle famiglie italiane nel 2020.

Secondo le informazioni riportate dagli oltre 6.000 nuclei familiari intervistati, nel 2020 il reddito annuo familiare, in termini reali e al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è stato superiore di circa il 3% rispetto a quello rilevato nell’indagine sul 2016, ma ancora inferiore di oltre il 12% a quello registrato nel 2006, prima della crisi finanziaria globale.

Inoltre il 54% delle famiglie ha dichiarato che, al momento dell’intervista, riusciva ad arrivare a fine mese con qualche difficoltà. Nel confronto con il 2016, la quota è diminuita di 6 punti percentuali.

Dati drammatici, che destano molta preoccupazione – afferma Massimiliano Donapresidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Il leggero calo rispetto al 2016 non sposta di una virgola l’allarme che genera questo dato. Se più della metà degli italiani arriva con difficoltà a fine mese, vuol dire che spenderà il meno possibile e solo per i consumi obbligati“.

 

Bankitalia: nel 2020 si riduce la spesa delle famiglie

Di fatto, secondo il Rapporto di Bankitalia, nel 2020 la spesa media familiare si è ridotta in termini reali del 9,7% rispetto al 2016, proseguendo la flessione già in atto, seppure con diversa intensità, dal 2006, e attestandosi sul valore più basso dal 1980.

I consumi delle famiglie hanno risentito nel 2020 delle misure di contenimento della diffusione del virus e dei timori del contagio, oltre che di una maggiore incertezza sul futuro e, per alcuni beni durevoli, dei vincoli dal lato dell’offerta. Alla contrazione hanno contribuito sia i consumi di beni e servizi non durevoli sia quelli di beni durevoli. Al significativo calo della spesa tra il 2016 e il 2020 si è associato un forte aumento del risparmio familiare medio, cresciuto di oltre il 40%.

Nonostante la crescita complessiva rispetto al 2016, dunque, nel 2020 il reddito delle famiglie ha risentito delle conseguenze economiche della pandemia. Il 17% delle famiglie ha dichiarato di avere percepito un reddito insolitamente basso nel 2020 rispetto a un anno normale, e nel confronto con la rilevazione sul 2016 la quota è aumentata di 5 punti percentuali.

Per fare fronte al calo del reddito le famiglie hanno ridotto o rinviato alcune spese e liquidato attività finanziarie possedute; il 10% delle famiglie ha rinviato rimborsi di prestiti o il pagamento di affitti.

Secondo Massimiliano Dona, dunque, i dati sui bilanci delle famiglie italiane “dimostrano l’urgenza di una riforma fiscale che riduca quei tributi che gravano su tutti indipendentemente dalla capacità contributiva, ad esempio abbassando ulteriormente le bollette di luce e gas o azzerando l’Iva sui beni necessari”.

Aumenta l’indebitamento

Infine, la quota di famiglie indebitate è tornata ad aumentare, interrompendo la flessione iniziata dopo il 2008. Nel 2020 era indebitato il 28,1% delle famiglie italiane.

Tuttavia, tra questi nuclei è diminuito di 4 punti percentuali rispetto al 2016 il peso di quelli considerati finanziariamente vulnerabili. Alla riduzione ha contribuito, secondo il rapporto Bankitalia, l’ampliamento nel 2020 dei casi nei quali è stato possibile ottenere una moratoria sul debito.

 

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